In occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia anche il nostro circolo ARCI pensa sia importante celebrare l'unità del Paese, tanto più di fronte alle divisioni che la minacciano, per ritrovare nei valori che ne hanno mosso la storia le ragioni di una rinnovata coesione e la speranza di un futuro migliore. Poi, di fronte alla catastrofe in Giappone, alle immagini di morte e distruzione, ha prevalso il sentimento di pena e solidarietà per le popolazioni colpite, di angoscia per le vittime, di ansia. Siamo in ansia, col mondo intero, per l'incubo di un'emergenza nucleare. Ci chiediamo perché mai l'essere umano sia così dissennato da sfidare le leggi di natura mettendo a repentaglio la sua vita e quella del pianeta. Viviamo un'epoca di grandi sconvolgimenti: nelle catastrofi naturali, nell'emergenza climatica, nei sommovimenti sociali e politici che scuotono tante aree del pianeta, vediamo esplodere le contraddizioni del mondo globalizzato e rompersi equilibri che pensavamo immutabili. L'unità d'Italia fu un processo complesso, frenato da squilibri territoriali e sociali, da divisioni politiche e culturali. La pluralità del Paese ha radici profonde nella diversità di storie, culture, economie, modelli sociali dei suoi territori, nella ricchezza della sua tradizione artistica e letteraria. Unire queste diversità in un progetto di cittadinanza ancorato a solidi valori di giustizia e libertà fu il capolavoro della Costituzione repubblicana.
